“La separazione rimane una delle esperienze umane più dolorose.
Diventare estranei, soprattutto a qualcuno che è stato prossimo,
che si ama o che si è amato,
può provocare una profonda disperazione e far precipitare la vita di un individuo.
Qualcosa d’essenziale è stato toccato,
poiché la separazione comporta la solitudine,
e l’uomo non è fatto per vivere solo.
Così, nella separazione, ritroviamo forse una delle prime esperienze traumatiche della nostra vita”
Parlare di separazione equivale a parlare di un vero e proprio lutto
La separazione e il divorzio sono eventi estremamente destabilizzanti che portano con sé ferite molto profonde nella psiche delle persone coinvolte, poiché rappresentano il fallimento di una progettualità di vita, il doversi riorganizzare rapidamente come individui e come genitori, fare i conti con il fatto che la coppia coniugale, su cui tante erano state le aspettative e i sogni, non ci sia più e che il suo posto sia stato preso dal conflitto e da sentimenti come delusione, rabbia, senso di impotenza. Molto intense possono essere anche sensazioni come il dolore del distacco, la paura di non farcela, la fatica, il timore per il futuro e la nostalgia del passato.
Separarsi comporta un riadattamento e una perdita non solo a livello di relazione con il partner, ma anche sul piano personale. La separazione fa vacillare il proprio senso di identità, crea un senso di discontinuità rispetto alla propria vita, al proprio futuro e anche rispetto al proprio senso di valore personale.
E’ facile comprendere come ci si possa ritrovare senza riferimenti nel momento in cui si perda proprio la persona che aveva permesso di sentirsi riconosciuti nei propri bisogni e nelle proprie aspettative, che aveva visto e aveva permesso di conoscere le proprie caratteristiche positive.
Oltre alla quota di dolore personale e di conflitto tra i partner, spesso le coppie che si separano hanno dei figli e questo implica, nonostante tutto, il mantenimento di un legame tra i due genitori, dettato dall’obbligo di responsabilità sulla prole, sia a livello pratico che affettivo. E’ importante, dunque, che la coppia riesca a mantenersi tale dal punto di vista genitoriale e che i due ex-coniugi possano raggiungere un nuovo stato di benessere, utile a favorire una comunicazione tra loro soddisfacente, che tenga conto dei bisogni di entrambi, dei loro figli e dell’eventuale presenza di nuove famiglie.
I percorsi di mediazione sono improntati soprattutto sul benessere dei minori e sulla possibilità per i genitori di continuare a collaborare e comunicare in funzione dei propri figli.
Nonostante separazione e divorzio rappresentino un grandissimo stress e una notevole fonte di sofferenza, di fatto, non è la separazione in sé a costituire un fattore di rischio per i bambini, ma come questa viene affrontata dagli adulti di riferimento.
A seconda dell’età, le conseguenze della separazione sui figli possono avare diversi effetti:
Prima infanzia (0-3 anni): Non c’è una comprensione reale del fatto che mamma e papà si stiano separando ma i bambini avvertono l’eventuale allontanamento e mancanza di cure nei loro confronti. In questo periodo, i bambini possono comunicare solamente attraverso il corpo e quindi si può assistere a differenti manifestazioni somatiche e a regressioni rispetto allo sviluppo (motorio e linguistico);
Seconda infanzia (4-6 anni): I bambini non sono ancora in grado di comprendere quello che sta accadendo, soprattutto sul piano dei contenuti, ma colgono la gravità della situazione e possono sentirsi colpevoli per la separazione di mamma e papà. In questo senso è importante il ruolo rassicurante dei genitori perché il bambino non sviluppi in seguito una cattiva immagine di sé;
Fanciullezza (6-10 anni): In questa fase della vita, il ragazzino comprende meglio lo stato delle cose con una grande sofferenza, che può essere in parte alleviata dall’identificazione e da un buon rapporto con i pari. Può succedere che il bambino attui comportamenti adultizzati e ostenti tranquillità e sicurezza, nonostante il senso di ansia che in realtà sta provando;
Adolescenza (11-18): I figli adolescenti di coppie che si separano si trovano a dover affrontare contemporaneamente una “doppia separazione”, quella propria relativa alla fase di vita e quella dei genitori.
La separazione è sicuramente un passaggio doloroso per i figli ma non necessariamente rappresenta un danno per la loro crescita e lo sviluppo della propria identità. Il vero rischio per i bambini é quello di essere esposti in maniera forte e prolungata ad un elevato conflitto tra i propri genitori. Se i genitori sono tra loro ostili e aggressivi, a discapito di comunicazione e collaborazione, i bambini svilupperanno maggiormente problematiche caratteriali, difficoltà emotive e sociali.
In concreto, la separazione comporta una ridefinizione di ruoli e dell’organizzazione familiare che i ragazzi vivono da soggetti passivi ed è per questo motivo è importante che i genitori possano essere sostenuti in questo delicato percorso per continuare ad essere una coppia genitoriale presente e consapevole.