Psico-Oncologia

PSICO-ONCOLOGIA E PATOLOGIE AD ALTO CARICO EMOTIVO

La diagnosi di una malattia grave, degenerativa o invalidante, rappresenta sempre un evento sconvolgente nella vita di una persona e della sua famiglia. Tutte le certezze e i punti di riferimento vengono improvvisamente meno e questo coinvolge ogni aspetto dell’esistenza: prima di tutto il rapporto con il proprio corpo, ma anche il senso delle esperienze, il significato dei concetti di malattia, sofferenza e morte, le relazioni con i propri familiari, le interazioni sociali e lavorative.

Negli ultimi decenni la medicina ha fatto enormi progressi. Nuovi approcci di cura sono stati scoperti per patologie prima potenzialmente mortali e questo ha permesso il prolungamento della vita di molti pazienti. E’ stato guadagnato tempo ma questo ha inevitabilmente fatto emergere nuove priorità e aspetti da tenere in considerazione. Al centro del focus non c’è più solo l’incremento della sopravvivenza, ma diviene importante considerare le variabili psicologiche e sociali del la persona malata e dei suoi familiari. Nella cura e nel supporto diventa fondamentale uno sguardo alla qualità della vita di chi sta affrontando questa importante battaglia, ai bisogni e alle necessità dei pazienti.

La malattia è un fenomeno che non tocca solo la fisicità:

i cambiamenti avvengono sui tessuti, sugli organi

ma anche e soprattutto sulla “persona” nel suo complesso.

La malattia cambia la struttura della relazione tra uomo e contesto di vita,

condizionando profondamente il modo con cui una persona vive

con se stessa e si relaziona con gli altri.

G. Ferrandes, E. Longo, P. Tempia Valenta

 

La salute investe tutti gli ambiti dell’esistenza e, dunque, ha a che fare con la relazione che abbiamo con la vita, in tutti i suoi aspetti; essa si fonda sulla presa di coscienza della propria realtà individuale e della stretta interdipendenza che lega gli eventi biologici, psicologici, culturali e sociali

Quello di salute non è di per sé un concetto stabile, ma è influenzato dalla società di appartenenza e del contesto storico in cui ci si trova a vivere. Proprio per questo motivo è difficile darne una definizione univoca.

Il percorso che una persona ammalata di tumore deve compiere per giungere ad una consapevole accettazione della propria malattia prevede spesso incertezza e fasi alterne. La risposta più frequente alla diagnosi è una reazione di shock causata dal significato di minaccia alla propria esistenza che la malattia comporta.

L’annuncio al paziente che è affetto da una patologia invalidante scatena inevitabilmente un processo reattivo con elevati costi psicologici, in cui si cerca di accettare la realtà con la minore sofferenza possibile. Di fronte ad una malattia che minaccia la propria integrità, il pericolo è quello di lasciarsi andare ad un crollo psichico. Esiste tuttavia la possibilità di un riassetto dei propri valori esistenziali, l’opportunità di un cambiamento e di una crescita personale.

 

Sostenere I Malati Oncologici

AREE DI INTERVENTO

Come affrontare la malattia

La Dott.ssa Romina Leone, psicoterapeuta Ivrea, offre il suo sostegno alle persone che affrontano un percorso di cura.

MODULO CONTATTI

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    La malattia è il lato notturno della vita, una cittadinanza più onerosa.

    Tutti quelli che nascono hanno una doppia cittadinanza, 

    nel regno dello star bene e in quello dello star male.

    Preferiremmo tutti servirci soltanto del passaporto buono, 

    ma prima o poi ognuno viene costretto, almeno per un certo periodo,

    a riconoscersi cittadino di quell’altro paese.

    Susan Sontag

    DOMANDE E RISPOSTE SU PSICO-ONCOLOGIA

    MA COSA SPINGE UNA PERSONA AD ADOTTARE UN COMPORTAMENTO PIUTTOSTO CHE UN ALTRO?

    Le reazioni dell’individuo ad una diagnosi non sono mai univoche ma dipendono da molti fattori, come le caratteristiche stesse della patologia (gravità, durata, localizzazione), il contesto culturale, le esperienze vissute dalla persona e prime fra tutte le caratteristiche psicologiche individuali che influenzano l’analisi della realtà e i significati che ad essa vengono attribuiti.

    Con il termine coping ci si riferisce ad una serie di strategie cognitive, comportamentali ed emotive messe in atto da un individuo per gestire e fronteggiare una situazione stressante e le conseguenze negative ad essa associate. IlReparto di Oncologia tipo di strategia utilizzata determina lo stile di una persona nell’affrontare una realtà difficile e inaspettata, quale una diagnosi. Questo processo cognitivo si articola per l’individuo in due domande fondamentali: in che misura l’evento implica perdite, costi o sfide? Che cosa si può fare per affrontare questa situazione con un esito positivo e con quali risorse?

    E’ importante comprendere il tipo e l’efficacia delle strategie individuali di confronto con la malattia: stili adeguati possono mutare la malattia in un’occasione di crescita personale, mentre uno stress troppo marcato può spingere il paziente all’uso di strategie inadeguate, aumentando la possibilità di incorrere in reazioni psicopatologiche e sofferenza soggettiva.

    La relazione tra il sistema nervoso e il sistema immunitario può provocare benevoli effetti terapeutici quando lo stato emotivo del soggetto è positivo anziché negativo. Ciò significa che se un’attivazione emotiva e un atteggiamento ansioso e depresso potrebbero diminuire le difese immunitarie, un atteggiamento calmo, ottimistico e sereno potrebbe aumentarle e aiutare la persona a fronteggiare la malattia.

    Gli psicologi che hanno studiato il processo reattivo alla diagnosi hanno osservato come la crisi si evolva solitamente attraverso quattro fasi successive: 

    • La fase di shock è la fase che segue immediatamente la diagnosi, vissuta in generale come una catastrofe, una frattura nel senso di continuità dell’esperienza di sé. Il paziente, per proteggersi da una realtà troppo dolorosa reagisce mettendo in atto meccanismi di difesa che lo aiutano a rendere meno difficile un confronto diretto e crudo con una situazione che non è preparato ad affrontare;

    • La fase di reazione è la fase in cui la realtà si impone attraverso le procedure mediche. Questo può suscitare angoscia, rabbia, disperazione, amarezza. E’ possibile che il paziente, per contenere questa tempesta emozionale metta in atto meccanismi di difesa che in altri contesti farebbero parte di una psicopatologia ma che, se transitori, possono permettere di gestire la realtà senza essere sopraffatto dalle emozioni;


    • La fase di elaborazione inizia al termine del periodo attivo dei trattamenti. Il paziente si trova di fronte ad una situazione di vita obiettivamente mutata e spesso sembra aver perso la propria progettualità. Cerca un senso a ciò che gli è successo ed una risposta al perché sia capitato proprio a lui. E’ il momento della riflessione sulle scelte effettuate in passato, sui propositi e i desideri mai realizzati;


    • La fase di riorientamento infine è quella successiva ad ogni check-up di controllo e ripropone le problematiche esistenziali precedentemente esposte.

    SONO IL FAMILIARE DI UNA PERSONA MALATA, POSSO CHIEDERE ANCHE IO UN AIUTO PSICOLOGICO?

    Certamente. Quando una persona si ammala di una malattia cronica o invalidante, questa condizione coinvolge per forza di cose tutti coloro che le vivono attorno. Non è solamente la persona ad affrontare la malattia ma cambiano gli equilibri familiari, le priorità di ognuno e adattarsi può essere molto difficile anche per i familiari.

    Chi si occupa di cronicità deve avere uno sguardo attento e accorto nei confronti dei famigliari della persona ammalata. E’ importantissimo che chiunque senta la necessità di un aiuto possa riceverlo e avere un suo spazio di ascolto ed elaborazione dei vissuti.

    QUALI POSSONO ESSERE I DISTURBI PSICOLOGICI LEGATI ALLA MALATTIA CRONICA?

    Non è raro che pazienti o familiari sviluppino sintomi di tipo ansioso, depressivo o psicosomatico ed è importante prendersi cura di ogni malessere che emerge.

    Il paziente, in particolare, a seconda della patologia e delle caratteristiche della stessa, può avere anche problemi legati all’alimentazione o alla sessualità

    E’ importante che anche queste aree siano tenute in considerazione perché concorrono anch’esse al mantenimento di un’adeguata qualità di vita.

    HO AVUTO UNA MALATTIA E SONO GUARITO MA OGNI VOLTA CHE VADO AI CONTROLLI HO UNA FORTE ANSIA E PREOCCUPAZIONE, È NORMALE?

    Si, è assolutamente normale avere una riattivazione di emozioni legate alla malattia ogni qualvolta ci si debba sottoporre ai controlli. L’aver fatto esperienza di una malattia grave cambia radicalmente l’approccio verso la vita in generale e può far emergere paure e ansie prima sconosciute. In ogni caso, qualora ci si rendesse conto che queste sensazioni sono troppo forti o invalidanti può essere di aiuto parlarne con qualcuno o chiedere un aiuto professionale.

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