Il Ruolo della Psico-oncologia
L’evoluzione delle cure contro il cancro non si ferma mai: non solo l’intervento biomedico ma anche quello psicosociale è da integrare alle cure. La psico-oncologia tratta proprio questo, migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie tramite la gestione delle emozioni alla diagnosi del cancro. La gratitudine verso i progressi raggiunti nel corso degli anni non ha fine, le cure sono sempre più personalizzate e gli approcci più recenti mostrano maggiore efficacia rispetto a quelle tradizionali.
Oltre all’intervento medico, indispensabile, è altrettanto importante associare le giuste risorse per garantire il benessere sociale e psicologico. Avere a disposizione dei professionisti che aiutino i pazienti oncologici a gestire le loro emozioni e l’impatto del cancro sulla loro vita si rivela quindi fondamentale.
Tutto questo però non basta, anche i medici e gli oncologi devono essere adeguatamente informati e formati sulla promozione di una comunicazione tale da aiutare paziente e famiglia a prendere le giuste decisioni. Allo stesso tempo la psico-oncologia lavora su un altro aspetto ugualmente importante: la prevenzione. Aiutare a comprendere quali sono i comportamenti che predispongono al cancro, ad esempio il fumo o l’esposizione prolungata al sole, è l’approccio che la società moderna ha bisogno.
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La nascita della Psico-oncologia
La psico-oncologia è una disciplina tutto sommato recente. La fondatrice, Jimmie C. Holland, è morta nel 2017 e ad oggi il suo nome è ancora sconosciuto a molti. Ha diretto a New York il dipartimento di psichiatria del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, a sua volta si è poi sposata con l’oncologo James F. Holland, pioniere della chemioterapia.
Con il passare degli anni Jimmie Holland si è resa conto delle informazioni limitate sulle esperienze emotive dei pazienti malati di cancro. Ha compreso anche quanto i medici stessi non fossero formati e preparati dal lato psicologico, non era raro tralasciare che i pazienti potessero soffrire di depressione.
La Dottoressa gettò così le basi della psico-oncologia, fondò l’American Association of Psychosocial Oncology e la rivista Psychooncology.
Grazie a lei la qualità di vita di milioni di pazienti oncologici è migliorata nettamente. Oltretutto, come rivelato in diversi studi, trattare il cancro solo sotto l’aspetto biomedico è un errore molto grave. L’OMS ha dichiarato che non è possibile prendersi pienamente cura della salute tralasciando anche quella mentale. Grazie a Jimmie Holland siamo in possesso degli strumenti necessari per dare maggiori risposte e trattamenti al cancro.
Aiutare nella fase di Accettazione
Sentirsi diagnosticare un cancro causa un forte shock silenzioso, nessuno è preparato a questa realtà sconosciuta. A questo si aggiunge, spesso e non sempre, la scarsa formazione del sanitario nella gestione delle emozioni: comprendere che si sta parlando con una persona che in quel momento si sente persa e senza alcuna speranza è importante per tutti gli operatori.
Il mondo pare quasi fermarsi, tutto ciò che si sente è una sola parola: morte. Chi però ha provato sulla sua pelle questa esperienza sa molto bene che il cancro non è morte, ma una lotta continua, resistenza e coraggio.
Affrontare questo viaggio non da soli può rivelarsi di grande aiuto fin da subito: i medici, gli infermieri, la famiglia, gli amici e gli psicologi formano fin da subito una squadra vincente in cui tutto funziona in ordine e in nome dello sviluppo.
I Compiti della Psico-Oncologia
I dati di oggi riportano che circa il 25% dei pazienti oncologici sviluppa qualche forma di disturbo affettivo. Ciò rende ancor più evidente quando sia essenziale il giusto supporto psicologico, lavorando in questo sarà possibile prevenire e trattare eventuali circostanze che possono insorgere in qualsiasi fase della malattia.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono i compiti della psico-oncologia:
- Alleviare l’impatto della diagnosi non solo sul paziente, ma anche sulla sua famiglia.
- Ridurre l’impatto degli effetti collaterali della chemioterapie, degli interventi chirurgici e di qualsiasi altro trattamento.
- Sostenere e aiutare il paziente ad essere parte integrante del trattamento offrendo le giuste strategie per affrontare le varie fasi della malattia.
- Aiutare la famiglia e il paziente ad accettare i possibili cambiamenti del fisico del malato, ad esempio la perdita dei capelli oppure le conseguenze agli interventi chirurgici.
- Sostenere la famiglia del malato.
- Ottimizzare e migliorare la comunicazione tra medico e paziente.
La psico-oncologia è dunque parte integrante del trattamento al cancro. Grazie a lei sarà possibile migliorare l’adattamento alla malattia e la convivenza con essa. Per ultimo, possiamo affermare con certezza, la psico-oncologia è in grado di migliorare nettamente il trattamento aumentando così le possibilità di superare il cancro.