Gestione Momenti Difficili

GESTIONE DEI MOMENTI DIFFICILI: LE PERDITE CHE AFFRONTIAMO NELLA VITA

Ciascuno di noi sperimenta nella vita molte tipologie di perdite. Alcune sono perdite fisiologiche, basti pensare al bambino che deve passare dallo stato simbiotico con la mamma ad uno stato di maggiore separazione; all’adolescenza, periodo in cui si lascia per sempre uno stato infantile per fare spazio ai cambiamenti del proprio corpo e all’entrata nella vita adulta. Più avanti nel ciclo di vita della persona e della famiglia i genitori subiscono la cosiddetta “sindrome del nido vuoto” quando i figli se ne vanno da casa per intraprendere le loro strade e più tardi affrontano il pensionamento e un’eventuale perdita di autonomia. Gestire Una Perdita

Tutto il ciclo di vita della persona e della famiglia è costellato di distacchi che lasciano però spazio a qualcosa di nuovo, di rinnovato, rappresentando infinite possibilità e opportunità di crescita. E’ certo però che richiedano anche una buona capacità di adattarsi e di superare i difficili compiti di sviluppo che ognuna di queste fasi comporta.

Non è semplice affrontare distacchi, cambiamenti radicali o perdite e lo è ancor meno quando questi sono forzati da eventi esterni e interni che si discostano dalla normale routine della famiglia o da quello che era il progetto di vita iniziale delle persone coinvolte. Parlo di lutti inaspettati, di separazioni o divorzi, di malattie, della perdita del lavoro o della propria autonomia e tutte quelle situazioni in cui andare avanti e vedere opportunità di crescita in quello che ci succede è oggettivamente difficile.

Normalmente questi eventi sono vissuti come vere e proprie disgrazie e in effetti lo sono. Mettono a dura prova la capacità dell’individuo di affrontare le giornate, di guardare avanti e trovare soluzioni e sollievo. Il comune denominatore è sempre un forte dolore e una sensazione di perdita di parti dell’altro e di se stessi. La vita non sembra più la stessa, perché le perdite cambiano il nostro punto di vista rispetto al mondo, alla realtà che viviamo e anche rispetto all’immagine stessa di noi. Quando perdiamo qualcuno o qualcosa non sappiamo più chi siamo e quale sia il nostro scopo nella vita.

Momenti Di Tristezza

AREE DI INTERVENTO

Gestione momenti difficili

La Dott.ssa Romina Leone, psicoterapeuta Ivrea, offre il suo sostegno a chiunque abbia bisogno di aiuto nel superare il lutto di una persona cara.

MODULO CONTATTI

Chiedi aiuto alla Dott.ssa Leone tramite il modulo contatti.

    “Così sono gli addii. 

    Contengono il bene e il male, la rottura e il legame, la voglia di fuggire e quella di restare. 

    […] La tristezza è solo una parte delle separazioni. Forse nemmeno la più importante. Dopo la tristezza vengono il cambiamento, la crescita, le opportunità creative.”

    G. Schelotto

    DOMANDE E RISPOSTE SU GESTIONE MOMENTI DIFFICILI

    UNA PERSONA A ME CARA STA VIVENDO UN MOMENTO DIFFICILE, COME POSSO ESSERE DI AIUTO?

    Ogni caso è a sé e ogni persona ha le proprie modalità e i propri tempi per gestire una situazione di crisi. In ogni caso credo sia importante fare sentire la propria presenza alla persona cara, in modo non invadente ma seguendo quelli che sono i suoi desideri e bisogni.Lutto Patologico

    Un modo possibile di vicinanza, a seconda di quale sia la situazione specifica, può essere quello di fornire un aiuto concreto sulle faccende quotidiane – aiutare a fare la spesa, portare un pasto caldo, dare una mano a svolgere le attività domestiche. Sempre però tenendo presente che è la persona che deve poter decidere per se stessa.

    Se vi accorgeste che la situazione non si risolve, vi sembra che non ci siano miglioramenti o anzi la situazione peggiorasse, potete consigliare alla persona cara di rivolgersi ad un aiuto professionale.

    QUANDO FARSI AIUTARE DA UN PROFESSIONISTA?

    Quando la vita sembra averci voltato le spalle, ci si appoggia spesso ad amici, parenti e conoscenti per farsi sostenere e poter affrontare la situazione. Questo è importantissimo anche per non cadere nell’isolamento che i momenti di crisi potrebbero portare. Ma molte volte al lutto e alla perdita si possono accompagnare sintomi che compromettono la vita di tutti i giorni e la capacità di resilienza della persona. Quando si sente la necessità è dunque importante poter chiedere aiuto perché superare un lutto si può ed è giusto darsi la possibilità di farlo. 

    IN COSA PUÒ AIUTARMI UNO PSICOLOGO?

    Un terapeuta non può riportare in vita persone care, rimediare a separazioni o trovare un’occupazione a chi ha perso il lavoro, ma può fornire un valido aiuto nel superamento di questi momenti di forte crisi. 

    L’obiettivo è quello anzitutto di sostenere la persona in un momento così delicato e difficile ma anche di aiutare l’individuo, la coppia o la famiglia a ricostruire un senso di sé e della realtà, a tirare fuori le risorse che sicuramente albergano in ciascuno di noi e che i lutti mettono a dura prova, a scoprire nuove opportunità di crescita e ad aprire lo sguardo ad una nuova generatività e progettualità

    Per quanto il lutto sia grave e profondo, la vita non finisce ed è importante, con i propri tempi e le proprie modalità, potersi riappropriare di parti di sé e andare avanti nel migliore dei modi possibile.

    QUALI SONO LE FASI DEL LUTTO DI UNA PERSONA CARA?

    Premesso che per ciascun individuo l’elaborazione del lutto è qualcosa di estremamente personale e che non ci siano due esperienze perfettamente uguali, sono state concettualizzate da più autori le fasi attraverso cui normalmente si passa dopo aver subito una perdita.

     

    In questa sede riporto quelle che Bowlby (1980) ha individuato e che non sempre avvengono in maniera consequenziale.Elaborazione Del Lutto

    • Fase dello stordimento: la principale caratteristica è la negazione, il rifiuto della notizia. La persona può sembrare stranamente calma ma sperimentare improvvisi scoppi di rabbia o dolore;

    • Fase dello struggimento: il funerale stesso può favorire l’emergere di questa fase. La persona, prendendo parte ai riti funebri, prende coscienza che tutto sta accadendo davvero e si lascia andare a crisi di pianto, sfoghi di rabbia dati dall’impossibile ricongiungimento con la persona defunta;

    • Fase della disorganizzazione: quando ci si rende conto che la persona cara non potrà più tornare e che la perdita è irreversibile. E’ questo il momento più delicato per quanto riguarda l’isolamento. Chi ha subito la perdita può sentirsi depressa e apatica e non voler veder nessun altro;

    • Fase della riorganizzazione: con il passare del tempo il dolore si affievolisce e si può ricominciare a dare senso alla propria vita nonostante la perdita, avviando così un processo di ricostruzione della propria esistenza.

    Un altro contributo importante sul tema dell’elaborazione del lutto è quello di Kubler-Ross. L’autrice descrive un modello a cinque fasi che accompagnano il processo di elaborazione della morte o di una malattia terminale e che in parte si sovrappongono a quelle precedentemente descritte:

    1. Fase di rifiuto e isolamento;
    2. Fase della collera;
    3. Fase della contrattazione e del “venire a patti”;
    4. Fase della depressione;
    5. Fase dell’accettazione.

    QUAL È LA DIFFERENZA TRA LUTTO NORMALE E LUTTO PATOLOGICO?

    La morte di una persona cara costringe chiunque la sperimenti al passaggio attraverso un’enorme sofferenza, che assume caratteristiche assolutamente personali, essendo influenzata dal mondo interno dell’individuo, dai suoi vissuti ed esperienze, dai propri valori, dalla propria personalità e ovviamente dalla significatività della perdita. Ad ogni modo, “gli esseri umani sono naturalmente predisposti all’accettazione della morte” (Perdighe, Mancini) e nella a maggior parte dei casi chi subisce una perdita non va incontro a nessuna complicazione e non necessita di un intervento professionale. Nonostante il dolore e la disperazione iniziali, il soggetto riesce nel tempo a raggiungere un adeguato stato di accettazione e a riprendere in mano la propria vita. Questo non significa che la vita sia la stessa di prima. Noi cambiamo e la vita stessa cambia ma si riesce a ritornare ad uno stato di benessere e riprendere le normali attività quotidiane.

    Ci sono casi in cui però questo non avviene. Il lutto si protrae nel tempo – tendenzialmente un lutto è considerato “normale” fino ad un massimo di 18 mesi – togliendo energie, occupando tutte le aree di vita della persona, impossessandosi dei pensieri e bloccando qualsiasi spinta vitale. Questa situazione è stata definita “lutto complicato” o “disturbo da sofferenza prolungata”. E’ importante che sia riconosciuto e trattato adeguatamente perché potrebbe portare allo sviluppo di problematiche psicopatologiche.

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